Articoli di Giovanni Papini

1955


in "Schegge":
Tutti barano
Pubblicato in: Il nuovo Corriere della Sera, anno LXXX, fasc. 270, p. 3
Data: 13 novembre 1955


pag. 3




   Parole d'un giovane morto a ventiquattro anni: «Je ne veux plus jouer dans un monde où tout le monde triche». [(trad.) Non voglio più giocare in un mondo in cui tutti imbrogliano]
   Quel giovane esagerava, forse, ma non poi troppo se guardiamo alle forme più comuni dell'agire e del parlare degli uomini. L'affarista discorre, quando gli conviene, come un filantropo: un epicureo si dà volentieri le arie di mistico: un arruffapopoli si esibisce quale padre della patria; un ateo predica, a momenti, quasi fosse un Padre della Chiesa. V'è perfino chi finge di presentarsi a carte scoperte per far riuscire a colpo sicuro il gioco di prestigio che lo farà trionfare sui fiduciosi compagni di partita.
   Tutti i cosiddetti furbi hanno un asso nella manica o i dadi piombati in tasca. Quei rari ingenui che giocano onestamente sono sicuri di perdere sempre in questo formidabile gioco che si chiama vita.


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